mercoledì 27 marzo 2019

Vita anonima

"La mia vita è monotona, se arde/un calmo sole alle persiane verdi./ Si fa docile sguardo, calmo amore/ anonimo, poesia di quattro versi." Mi addormento trascrivendo questi quattro versi di Sandro Penna.  Mi piacciono in essi questo calmo sole che solo tuttavia arde e solo sul suo sfondo questo calmo amore in cui si svolge e volge la monotonia della nostra vita cui solo attenuato e filtrato da verdi persiane  qualcosa perviene da quell'ardore. Questo calmo monotono amore che più non arde, fattosi docile sguardo, pura, anonima, impersonale contemplazione è poi la poesia stessa, la poesia essenziale, che in pochi versi racchiude quella vita.

Salvatore Tiné

mercoledì 6 marzo 2019

Noi, Heidegger e i Greci

Ascolto l'intervento di Cacciari alla presentazione di un recente libro di Mazzarella su Heidegger e il nazismo. Colpiscono l'assoluta banalità ma anche l'incredibile contraddittorietà del discorso di Cacciari volto a dimostrare la sostanziale estraneità di Heidegger al nazismo, soprattutto in ordine alla questione dell'anti-semitismo. Cacciari ricorda una banalità e cioè che il presunto "anti-semitismo" di Heidegger affonda le sue radici in tradizioni di pensiero fortemente critiche verso l'ebraismo come anche in tradizioni che avrebbero sostenuto in chiave anti-cristiana il persistente legame del cristianesimo con l'ebraismo. Bella scoperta! Ma a parte il fatto che alcune di queste tradizioni sono dichiaratamente di segno politico reazionario, egli non ci spiega per quale motivo misterioso l'ovvio rapporto con esse del pensiero di Heidegger sarebbe in contraddizione o non avrebbe nulla a che fare con il legame di quest'ultimo con il nazismo. Contraddicendosi, Cacciari dice anche che i grandi pensieri sono tali solo quando sono tra loro in lotta: Heidegger avrebbe optato in modo radicale per le origini greche dell'Europa ed ingaggiato così una lotta estrema contro la tradizione dell'ebraismo e del cristianesimo. Gli sfugge tuttavia che questa lotta "estrema" è per l'appunto per Heidegger il nazismo. Non a caso del resto la grecità che il pensatore tedesco reinterpreta a modo suo e rivendica ha determinati e particolari caratteri, definendo i quali soltanto si capisce perchè Heidegger identifichi il "nuovo inizio" di quella grecità nientemeno che con la barbarie nazista. Si tratta, com'è noto, della "grecità" dei presocratici, secondo Heidegge ancora al di qua di quella concezione del "logos" come argomentazione razionale, ovvero come conoscenza dialettica delle idee che sarebbe stata propria dei greci solo dopo Platone. Pensatore di formazione cattolica e prete mancato, Heidegger propone questa lettura della grecità nel contesto di un rapporto tormentatissimo e drammatico con la tradizione ebraico-cristiana, nella quale finisce paradossalmente per vedere una delle radici non soltanto dell'umanesimo moderno, ma anche delle idee del moderno universalismo, quelle da cui si sono in effetti generate la Rivoluzione francese e la Rivoluzione d'ottobre. Ha quindi un senso tutto politico, molto al di là della contrapposizione del Logos e dell'Essere di Parmenide al dio-persona trascendente degli ebrei o del cristianesimo, la sua esaltazione della grecità che non a caso incontra tutti i motivi del neo-paganesimo nazista. Del resto è chiaro che nonostante il suo continuo insistere sulla concretezza dell'esserci, dell'esistenza finita del singolo, il rapporto pur sempre "essenziale" di quest'ultimo con l'Essere ripropone nel suo pensiero un'altra forma, per quanto paradossale e disperata, di trascendenza, che con il grandioso monismo dei presocratici ha poco o niente a che vedere: la stessa idea del "sacrificio" del singolo per la verità dell'Essere ha molto più a che fare con il sacrificio del Cristo che con la tragedia greca, totalmente fraintesa da Heidegger.
Ma come diavolo si fa a considerare irrilevante o insignificante per la comprensione anche filosofica, anche speculativa, della concezione hedeggeriana del rapporto o della contrapposizione tra cristianesimo o tradizione ebraico-cristiana e grecità il fatto che quest'ultima e quindi il suo recupero nell'epoca contemporanea siano stati identificati da Heidegger nientemeno che col regime di Hitler e quindi anche col disegno nazista di pianificazione dello sterminio degli ebrei? Sarebbe come dire che la contrapposizione tra grecita e cristianesimo nei termini peculiari in cui viene argomentata dal giovane Hegel del periodo di Berna non abbia nulla a che vedere con la sua entusiastica adesione al programma politico della Rivoluzione francese! Il tema è certo lo stesso che affronta Heidegger ma il modo in cui viene affrontato da Hegel sul piano filosofico è talmente diverso che radicalmente diverse sono le conseguenze politiche, storiche che inevitabilmente il filosofo di Stoccarda ne ricava. Hegel vede infatti un ritorno della grecità proprio nella Rivoluzione francese. Heidegger vede invece in quella rivoluzione come del resto nella a lui contemporanea Rivoluzione d'ottobre il trionfo dell'ebraismo! Si tratta appunto, direbbe lo stesso Cacciari, di pensieri in lotta, in lotta tra loro!

Salvatore Tinè