domenica 17 novembre 2013

Love

Una sinfonia dell'amore: verrebbe fatto di definirlo "To the wonder" di Terrence Malick. Le immagini, che si succedono in un montaggio frenetico, ci parlano dell'amore passionale, dei corpi, quello che nasce dalla terra, dalle radici stesse della vita, dell'"albero della vita" ma anche dell'amore inteso nel suo senso più ampio e "metafisico", "l'amore che ci ama, che viene dal nulla e da tutte le cose" come dice una voce fuori campo nel film. L'amore dunque come "senso della terra" avrebbe detto Nietzsche ma anche insieme come vitale, elevazione, tensione verso una qualche "trascendenza", verso l'"invisibile" che pure "splende" attraverso le cose: nel film c'è sempre, quasi ad ogni inquadratura come una luce dorata che sembra avvolgere tutto, le cose come gli uomini: una luce tutt'uno con lo spazio dentro i quale i personaggi del film si muovono, vagandovi come smarriti, in un movimento perenne e spasmodico. in questo senso "l'amore che ci ama" è loro inattingibile, se non indirettamente attraverso l'ininterrotto fluire delle cose e dei sentimenti o il loro ciclico ritornare. Inattingibile proprio nella sua terribile, "meravigliosa", sovrastante evidenza. L'amore "ci ama" ma insieme si impone a noi, con violenza. Ben Affleck sembra incarnare proprio l'uomo sopraffatto dalla paura di amare, sempre al di qua dell'azzardo, del rischio cui sempre si accompagna l'amore per l'altro, il farsi uno del due evocato dalle parole scritte nell'acqua della della sua compagna e nelle quali pure prorompe purissima quasi infantile una sete d'amore, la stessa di cui il suo bianco corpo danzante si fa metafora visiva. Ma anche la figura di padre Quintana è straordinaria: la sua crisi, il vacillare della sua fede nel Dio-Amore del Cristianesimo si accompagna e si intreccia con l'esplodere della crisi sentimentale dei due protagonisti, ovvero del volgersi del loro amore in odio. L'amore è il rischio più terribile perchè tensione verso l'"eterno" ma proprio in quanto tale è quanto di più esposto alla contingenza, alla ricorrente distruttività del tempo, come alla precarietà delle cose e dei sentimenti. La dualità Europa-America evocata dalla storia d'amore tra un americano e una parigina si fa così metafora dell'amore come contraddizione e paradosso, perenne, spasmodica tensione tra gli opposti: le "spirituali" vertiginose architetture gotiche della vecchia Europa sono lo scenario dell'esplodere del loro amore, del suo "inizio" mentre paradossalmente saranno proprie le sconfinate selvagge praterie dell'Oklahoma e i cieli immensi dell'infanzia di Affleck lo spazio dentro cui il loro amore conoscerà il declino e forse la fine. Ma il ritorno di lei, sola ma libera nella "sua" Europa è forse un altro "inizio", se è vero che l'amore viene sempre dal nulla e non cessa di amarci.

Salvatore Tiné

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