lunedì 11 agosto 2014

Platone e il comunismo


Si può dire che il comunismo di Platone sia essenzialmente l'unità del ceto di governo, come condizione fondamentale dell'unità dell'intero corpo sociale? Il comunismo "in una sola classe" quella preposta al comando politico e militare della "città" non si estende all'intera società, ma è tuttavia il presupposto fondamentale della sua unità e armonia. Non sembrerebbe darsi, dunque, unità effettiva del corpo sociale per Platone se non sul presupposto della separazione tra politica e società, ovvero, tra gruppi dirigenti e masse: se tutti gli uomini fossero giusti la città non sarebbe più giusta. Per un verso il potere è esercitato da una sola classe, per un altro verso esso è legittimato non dalla forza o dal possesso della ricchezza privata ma solo dal "sapere", dalla "tecnica", "universale" e tuttavia possesso di "pochi". Per il comunismo moderno invece l'unità del gruppo dirigente, il nucleo d'acciaio che costruisce il partito destinato a dirigere l'intera società, che Gramsci definiva "Moderno principe" è non soltanto la condizione dell'unità del corpo sociale ma anche e più essenzialmente la sua prefigurazione: parte che incarna il punto di vista del "tutto", esso è tuttavia destinato a dissolversi, sia pure nel lungo periodo, quando quel punto di vista si realizzerà, inverandosi, anche sul piano storico. "Tutti gli uomini sono filosofi", dice Gramsci nei "Quaderni": dunque tutti" platonicamente" potranno un giorno governare. Il "General Intellect" di cui parla Marx nei "Grundrisse" allude a questa possibilità futura, ovvero alla possibilità o necessità di una socializzazione di quelle funzioni intellettuali che Platone concepiva come esclusivo possesso dei soli "filosofi-re". Ma quale rapporto può darsi tra l'idea platonica del potere politico come mera funzione tecnica fondata sull'universalità del sapere e il comunismo di Marx, forse racchiuso nell'idea engelsiana del passaggio dal "governo degli uomini" all'"amministrazione delle cose"? Nonostante solo la tecnica e il sapere la legittimino la politica in Platone è pur sempre ancora "governo degli uomini" e non solo "amministrazione delle cose". Perciò l'organizzazione della "polis" platonica si articola in una divisione sociale e non soltanto tecnica del lavoro, in una divisione in "classi" e non soltanto di "funzioni", in una "gerarchia" e non soltanto in una "cooperazione" solidale. Mera tecnica del governo, la politica è così pur sempre "socialmente" divisa e "superiore" alla "tecniche" del lavoro e della produzione.

Salvatore Tinè

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