martedì 12 maggio 2015
Fidelio
Ripenso al "Fidelio". Credo abbia ragione Barenboim ad accostarlo al "Tristano" di Wagner. Il tema dell'amore è al centro delle due opere. Si potrebbe forse dire che se ad esso nel "Tristano" si congiunge il tema della morte, nell'unica opera lirica beethoveniana, il tema dell'amore si congiunge al contrario a quello della vita e della libertà. Perciò il Fidelio è un'opera politica. Il vincolo coniugale che lega Florestan ad Eleonore libera il prigioniero. L'amore consacrato nel matrimonio libera Florestano dal carcere in cui lo ha rinchiuso un potere tanto oppressivo quanto arbitrario, riportandolo dalle tenebre alla luce. Dunque la luce dell'amore di contro alle tenebre del potere. Impossibile non pensare ad "Eyes wide shut" di Kubrick, geniale riscrittura del "Fidelio" beethoveniano. Kubrick ci racconta un altro viaggio nelle tenebre che sembra reinterpretare quello di Eleonore, attraverso Schnitzler e quindi Freud. A differenza che in Beethoven, nel film è il marito a portare la maschera e non sarà la moglie a salvarlo dal carcere in cui finisce per cacciarsi e quindi dalla morte. Ma alla fine come nel finale del "Fidelio" di nuovo riportato alla luce dalla tenebre della notte e del sogno è la moglie che ritroverà e forse è proprio lei che lo ha salvato.
Salvatore Tinè
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento