lunedì 13 luglio 2015
Leninismo o socialdemocrazia?
Appena qualche giorno fa, Massimo Cacciari pateticamente, ridicolmente sosteneva che che destra e sinistra sono categorie ormai vecchie. Il filosofo che pure è solito darci sempre lezioni di "realismo politico", di critica ad ogni utopia "ineffettuale", sogna ancora, pateticamente, una Ue non dominata dalla Germania e rispettosa della libertà dei popoli. Ma la realtà della vera e propria "tragedia greca" cui stiamo assistendo è che le categorie di destra e sinistra sono "tragicamente" attuali!!! La destra è quell'insieme di forze che difende il potere sempre più arrogante, brutale, apertamente dittatoriale, del grande capitale finanziario, delle banche, dei grandi monopoli, di quell'intreccio che Lenin definiva un "meccanismo unico", mentre la sinistra è quel complesso di forze che si batte per difendere contro quel potere la democrazia perfino quella formale, "borghese", e i diritti dei lavoratori e dei popoli oppressi. Ma senza una prospettiva di cambiamento radicale di questa società, ovvero di rottura di quel potere, quali possibilità concrete hanno le forze della sinistra di prevalere, fermando quella "tendenza alla reazione", per dirla ancora con Lenin, che è connaturata al dominio del capitale finanziario? Insomma: leninismo o socialdemocrazia? "That's the question", direbbe Amleto, uno che di tragedie se ne intendeva.
Salvatore Tinè
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Sono d’accordo in parte con te, però è sempre basati in Lenine, qui tutti affermano qui se deve pensare ad una “possibilità concrete” per fare prevalere le forze della sinistra… Ma, quella sinistra qui preconizzava Lenine, dopo 1920, sempre quella sinistra que faccia trincera, qui lotta all’interno del parlamento e que faccia la avanguardia delle masse…”Che dia coscienza alle masse”. La masse sfruttata prende la sua coscienza di sfruttamento nella sua situazione reale, non è il partito che lo farà! Non credo proprio che sia per mezzo di questo tipo di lotta politica qui se arriva al socialismo, la politica di accordo con Marx ed altri deve coincidere solo con la rivoluzione. Per me, esiste una onto-negatività della politica. Tra l’altro, purtroppo vedremo ancora di più la classe proletaria greca (e i poveri pensionati qui hanno lavorato tutta la vita per sostenere quegli che hanno vissuto de loro lavoro!) a essere ancora, come tutti i giorni, sfruttati e distrutti sia dalla sinistra che della destra. Solo la “classe fondamentale” è la forza rivoluzionarie e non le forze dei partiti….
RispondiEliminaTuttavia un partito è necessario.
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