domenica 3 gennaio 2016

Primo amore.


L'amore come rinnovamento e insieme straniamento. Il "primo amore" è solo quello vero perchè in esso ci scopriamo al fondo per la prima e forse anche ultima volta stranieri a noi stessi, "schiavi" avvinti ad un segreto racchiuso dentro di noi, proprio perchè parte di noi, come il nostro stesso "sangue". E' la violenza di questo straniarsi, di questa perdita di noi stessi e della libertà, in una pace solo apparente che Ungaretti sembra evocare in "Primo amore". Questa estraneità dell'intimo, ovvero di ciò che è più interno a noi stessi è il "primo amore".
Era una notte urbana,
Rosea e sulfurea era la poca luce
Dove, come da un muoversi dell'ombra,
Pareva salisse la forma.
Era una notte afosa
Quando improvvise vidi zanne viola
In un'ascella che fingeva pace.
Da quella notte nuova ed infelice
E dal fondo del mio sangue straniato
Schiavo loro mi fecero segreti.

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