sabato 9 gennaio 2016

Un'arcana affinità


"Uno vicino all'altra, riposano insieme gli amanti. Aleggia pace sulle loro tombe, e dalla volta li guardano figure d'angeli serene, d'arcana affinità: e che momento felice, quando un giorno si ridesteranno insieme." E' la conclusione de "Le affinità elettive" di Goethe, nel segno della speranza, della "redenzione". Meno evidente che in altre pagine, appare in questa chiusa del libro, il cosiddetto "paganesimo" dello scrittore tedesco, il suo "spinozismo", la sua celebrazione dell'identità tra Dio e Natura. Meno evidente, ma forse non meno presente. Quella "redenzione" potrebbe intendersi, infatti, in un senso tutt'altro che "cristiano" o "ebraico-cristiano". Non ad una salvezza ultraterrena essa allude ma ad una "redenzione" della stessa Natura, finalmente riconciliata con l'uomo, con l'umanità, con l'umanità finalmente "ridestata", cosciente di sé, risvegliatasi dal "sonno" del "mito", emancipata dalle sue potenze. Una "redenzione" certo, ma nel segno della storia,  dell'avvento, cioè, di quel "comunismo" che spinozianamente il giovane Marx definiva compiuto "naturalismo" perchè compiuto "umanismo". E' questa identità da riportare alla coscienza, ancora da compiersi sebbene già data, "l'arcana affinità" che unisce Ottilia ed Edoardo, la stessa che, ancora oscura e inconscia perchè soltanto "elettiva" li ha portati all'amore e alla morte.

Salvatore Tinè

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